le opere

Le case del lago

Tipo: romanzo
Lingua: italiano
Anno: 1980
Editore: Rusconi
Luogo: Milano

Descrizione:

Dal risvolto dell'edizione del 1980
Questo romanzo sapienziale è la prima opera di autore italiano sintonizzata sulla cultura della "doppia sensibilità" che (con le sue ascendenze nel Talmud, nella Cabala e nel Libro tibetano dei Morti) ha già affascinato, tra gli altri, Herman Hesse e Carlos Castaneda.
Le case del lago descrive un'avventura rituale e iniziatica che si sviluppa tra una seduta quasi spiritica (peregrinazione psichica alla ricerca di un uomo scomparso), un ricupero di memorie non cancellate, che sono un vero e proprio viaggio agli inferi, e una cena "eucaristica" solo apparentemente profanatoria.
Scenaro di questo romanzo misterico (o fiaba mistica, o poema zen?) è un remoto paesaggio sulle rive di un lago (il Lago degli Abissi), luogo di tre residenze emblematiche: la Pagoda, la Casa senza Nome, il Purgatorio.
Negli avvenimenti che travolgono gli abitatori delle tre case (intellettuali e hippies) si avverte la presenza dell'Altro, il quale insinua la perversione, e di Colui il cui nome non va pronunciato, che crea il miracolo e santifica la vita. Né il narratore, che ricostruisce le vicende, né il suo imprecisato interlocutore (a mezza strada fra lo psicanalista e l'Angelo della Morte), che cerca di scaricarne il magnetismo ipnotico, riescono a razionalizzare gli eventi: la narrazione, che procede per "illuminazioni" progressive, produce un "romanzo aperto" sostanziato da dubbi profetici.
La struttura del racconto è geometricamente elissoidale, basata su una catena di misteri, su un contrappunto (in quanto "indagine metafisica") di interrogativi. Chi è il protagonista-narratore, che un collasso cardiaco porta ad esorcizzare la Morte? Che rapporto ha la sua anima con l'alveare di anime formato dagli abitatori delle case del lago? Che cosa lo lega a Damaso, il giovane (forse) messicano che ha vinto la lotta contro l'Altro, e a Tadeusz, il ragazzo che odora di gelsomino e sembra essere la reincarnazione di uno scrittore polacco massacratore di ebrei? Perché il maggiordomo Nelson Bonaparte, un negro del Brasile, venera Tadeusz, organizzando per lui cerimonie vudu? E i cani Maximus e Minimus sono i testimoni innocenti di un mondo infernale, di cui il signor Cavalcanti è il solitario traghettatore, o gli angeli custodi del Paradiso "in agguato"? E questo sconcertante Cavalcanti: un santo, un guru, un yoghi, o un astuto fabbricante di ricatti? E chi sarà, perciò, il suo giustiziere, o il sacerdote del suo olocausto? Perché, ancora, Lia Abramova, la nonna di Tadeusz, racconta agli intimi, con la sua voce rauca alla Marlene Dietrich, di essere morta in un altro spazio e in un altro tempo?
La morte e il miracolo della sua sconfitta, il viaggio agli inferi delle paure esistenziali, e la rinascita nella luce anestetica della gioia, sono i grandi temi di questo romanzo che risulta essere, infine, una metafora della "convivenza", babele di amori, mosaico di corruttibilità e innocenza, delirio di speranze. Thriller sofocleo del divino e del demoniaco, Le case del lago è, infatti, un proliferante albero di sogni e di eventi, di evocazioni e di rigenerazioni, di amore e di preghiera.

252 pagine


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